Un materasso, per essere di successo, deve adattarsi anche alle caratteristiche sociali e culturali del momento. Le analisi per definire un prodotto valido sono tre, storica/evolutiva, tecnica/prestazionale e impatto d’uso.

Si considera dapprimal’evoluzione del prodotto (letto&materasso) partendo dagli archetipi, ovvero dai bisogni e dalle funzioni originarie, per arrivare alle ultime trasformazioni formali e dimensionali.

Ci sono soluzioni che potrebbero aver avuto solo una valenza storica, ma hanno permesso di arrivare alla complessità odierna. Se poi una tecnologia è considerata in disuso, non vuol dire che non possa essere ancora utilizzata, in quanto il suo declino può essere dettato solo da logiche di mercato che tendono a diffondere il prodotto globalizzato e magari scadente, a discapito di quello più performante ma di nicchia.

L’analisi tecnica oggi, essendo assoggettata a molte verifiche specifiche e normative, ha permesso di realizzare materassi di livello superiore rispetto anche al recente passato.

L’impatto d’uso tende ad individuare lo sviluppo del prodotto in funzione delle trasformazioni sociali, ad analizzare gli aspetti culturali, le mode, la situazione economica dei diversi ceti sociali el’elevazione dell’oggetto a status symbol, con l’intento di far coincidere il tutto sulla scelta finale del prodotto.

L’utente ancora oggi si basa su convinzioni radicate, tramandate e non meditate, per cui, per la scelta subisce il fascino soggettivo ed emotivo di quell’esclusivo momento.

 

L’uomo nel corso della sua evoluzione ha privilegiato lo sviluppo delle qualità intellettive su quello delle prestazioni fisiche, i due metri raggiunti nel salto in alto, sono poca cosa se paragonate al salto di un grillo; la potenza sviluppata dai centometristi è ridicola se paragonata a quella di un giaguaro in corsa; la balena sta in apnea per due ore, mentre i nostri campioni di immersione non più di cinque minuti.

Se consideriamo l’adattamento al riposo, ci accorgiamo che il cavallo ha sviluppato una struttura ossea con la spina dorsale conformata come la catena di un ponte e le zampe come pilastri, e tutto ciò gli consente di dormire in piedi. L’uomo invece è dotato di una spina dorsale a molla, che serviva, e a qualcuno serve ancora oggi, per saltare nella savana e vedere il pericolo più distante possibile, ma non si è affatto adattato al riposo.

L’uomo per riposare si è costruito delle protesi, come la sedia ed il letto e rimane il fatto che l’uomo ha bisogno di attrezzi per dormire.

E’per fortuna ormai lontano il tempo dello spigoloso paglione in foglie di granturco, o quello dei durissimi sommier della borghesia ottocentesca a molle e crine di cavallo. Sopravvivonoancora i materassi di lana, da far cardare ogni 2 o 3 anni, materassi da tramandarsi da padre in figlio, ma oggi sempre più desueti. Fanno parte di un recente passato anche le tavole messe tra rete e materasso, perché il letto rigido “fa bene alla schiena” ed è anche polliticallycorrect se la tavola è una vecchia porta. Il duro sotto poteva avere senso perché nelle reti a maglia si creavano delle vere e proprie buche.

Tutte queste favole rurali e metropolitane hanno ceduto il passo ad un atteggiamento consapevole che osserva l’individuo nel suo essere differente (alto, basso, magro, grasso), che i modi di dormire sono differenti (supino, prono, di fianco, in posizione fetale, da solo, in compagnia),ed anche i modi di stare a letto da svegli sono molti (leggere, guardare la tv, amare, coccolare i bambini…). C’è poi la variabilità del tempo che dice che un individuo non mantiene lo stesso comportamento rigido per sempre, infatti a volte va a letto affaticato, altre insonne e preoccupato, altre ancora con qualche acciacco. Altre volte ammalato e costretto nel letto, che in questo caso diventa anche ricettacolo degli oggetti di intrattenimento, che formano un mondo provvisorio e consolatorio, per non parlare di situazioni più impegnative come le malattie, la vecchia, dei traumi o della gravidanza, che ci possono imporre un uso intenso ed insolito del sistema letto.

Anche l’automobile all’inizio del ‘900 era solo un mezzo un po’ grezzo per spostarsi, mentre oggi è un oggetto estremamente diversificato, complesso, specializzato e ricco di suggestioni. Anche il sistema letto seguirà fatalmente, e giustamente, lo stesso destino.

 

Il letto non è una bicicletta, oggetto quest’ultimo autoesplicativo, in quanto, con una semplice occhiata ne capiamo subito tutte le caratteristiche; il materasso ci appare come “un pacco” più o meno ben foderato, che non si sa cosa racchiuda, ed ovviamente compiere la scelta in fase di acquisto solo in base alla fodera è un errore colossale sul piano della salute e del confort. Oggi le caratteristiche di confort di un materasso sono ben note grazie a tecnici specializzati in grado di descriverle e certificarle al fine di caratterizzare un prodotto buono da uno meno buono o pessimo.

Tutte le ricerche portano a far sì che la colonna vertebrale dell’individuo possa mantenere la sua curvatura naturale, il che è garanzia del fatto che le fasce muscolari non debbano correggere la posizione e possano permanere inattive e per cui a riposo. Ovviamente, ogni conformazione corporea ha il suo prodotto più indicato e per la scelta di un materasso è indispensabile affidarsi alla professionalità ed alla serietà di chi, per noi, guarda dentro “il pacco” più o meno ben foderato.

Un dato di fatto mette in oltre in evidenza gli svariati ed accurati studi sulle sedie, annoverando in tal senso conoscenze scientifiche consolidate che oltre all’ergonomia ne mettono in risalto l’estetica e la loro funzionalità ambientale; ben diversa è la coscienza del letto dal punto di vista delle esigenze funzionali del corpo durante il sonno.Il miglior confort durante il sonno si ha quando, sdraiati sul letto, la colonna vertebrale è opportunamente sostenuta in modo da mantenere la sua naturale conformazione.I più recenti test sui materassi hanno evidenziato due fattori rappresentativi del confort: sensazione di supporto lombare e sensazione di mantenimento della postura del corpo. Il profilo della colonna vertebrale in posizione laterale dovrà seguire una linea orizzontale, mentre dovranno essere seguite le due curve della colonna vertebrale, la cifosi* e la lordosi** in posizione supina. La funzione del materasso è infatti quella di adattare la particolare struttura anatomico-funzionale dell’organismo umano al campo gravitazionale.

Da ultimo, niente paura per i materassi a molle: le molle presenti nell’anima di un materasso sono realizzate con metalli non attraversati da corrente e non possono quindi generare un campo elettromagnetico. Per generare campi elettromagnetici le molle dovrebbero essere realizzate con materiali magnetici, ferromagnetici, oppure con due metalli diversi a contatto tra loro in modo da generare una debole corrente elettrica. Non c’è alcun pericolo in questi termini legato alle molle del materasso, né a qualsiasi metallo che riveste i nostri letti. Inoltre strati di materiali isolanti, imbottiture e tessuti che circondano le molle servono da schermatura per un possibile “effetto rimbalzo”.

 

*La cifosi (dal grecoκυφὸςcyphos «curvo») è una curvatura fisiologica dorsale della colonna vertebrale, con concavità anteriore intesa in senso antero-posteriore ed è pertanto visibile di profilo. Quando l’angolo della cifosi supera i 45° si parla di ipercifosi, dorso curvo o, nel linguaggio popolare, di gobba; ed è una condizione patologica. In questo caso rientra nella classificazione dei dismorfismi (o paramorfismi) o deformità sagittali del rachide.[1][2] La curvatura concava verso l’interno delle regioni cervicale e lombare della colonna vertebrale è chiamata lordosi.

**La lordosi (dal greco λόρδωσις, “curvatura”, “piegamento”; derivato di λορδόω, “curvarsi”, “piegarsi”) è caratterizzata da un infossamento profondo della colonna vertebrale nella regione lombare e cervicale, che proietta il bacino e il rachide cervicale verso i punti di baricentro del corpo.

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